martedì 28 settembre 2010

Spot estremi

Guardatevi questo video, se non lo avete ancora visto. Della serie: non c'è limite alla fantasia, ma non c'è limite neppure alla sfacciataggine. Strano che Totti ancora non si sia fatto sentire, e si preoccupi invece di quella trota padre di Bossi. Altro che Bossi, qui la cosa si fa davvero dura! Giulio Cesare. Proprio lui, il romano più romano tra tutti i romani, con la sciarpa bianconera che tifa Juve? Onta, sacrilegio, infamia e disonore! Rosella Sensi appena l'ha visto, in una accorata lettera alla Federazione densa di arimortacci ha subito chiesto la squalifica del nuovo campo della Juve perché  Cesare fa il saluto romano!
A parte le facezie, diciamo che lo spot sarebbe anche simpatico, se non fosse che fa subito venire in mente due considerazioni semiserie (nello spirito del blog).
La prima è che sarebbe la prima volta che il calcio riesce a prendersi in giro senza conseguenze. La serietà nell'affrontare gli argomenti nel mondo del calcio è forse pari solo all'ammontare del denaro che vi circola. Il capo del Governo usa l'aereo di stato per portarsi a letto le escort? E chi se ne frega! Il fallo di Mexes era fuori area e forse non era neppure fallo? Interpellanza parlamentare! E Cesare può impunemente tifare Juve in uno spot, peraltro juventino, e nessuno si scandalizza? Nessuno protesta? Nessuno scrive un saggio sociologico? Non c'è un articolo di Baricco su Repubblica che dice "ve l'avevo detto"? Ancora non ci credo.
La seconda è una riflessione: che la Juventus fosse una squadra apolide lo si sapeva, ma questo spot porta questa sua condizione di squadra disancorata da ogni contestualizzazione socio-geografica ai massimi termini. Pensate a quale altra squadra italiana avrebbe mai potuto immaginarsi uno spot di questo tipo. Ce lo vedete Camillo Benso Conte di Cavour in giallorosso a cantare Grazie Roma in uno spot per la rivalutazione dello stadio Flaminio?  O la Fiorentina che per inaugurare la Cittadella Viola usa come testimonial Pietro Micca con cappello viola e giglio di Firenze sul petto che fa esplodere il Franchi?
Interessante è l'autoreferenziazione finale: noi siamo la storia. Ecco, bravi. La storia. Perché l'attualità certo porta altri colori.
Tremo tuttavia al pensiero che adesso Bossi possa fare il remake di questo spot usandolo come campagna elettorale,  mettendo Alberto da Giussano con la sciarpa verde che urla "Ceeeeel'hoooooo durooooo", Noi siamo la storia....

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